La possibilità di verificare la provenienza di un’opera è sempre stata fondamentale per il mercato dell’arte. Ma come si può essere certi della proprietà, quando un’opera non esiste nel mondo fisico?
Negli ultimi anni le case d’asta hanno portato all’attenzione del pubblico l’arte digitale. Si tratta di una forma d’arte che viene elaborata attraverso un computer o altro device. È qui che entrano in scena gli NFT, non-fungible token, che in italiano significa “gettoni digitali non riproducibili”. Sono dei certificati di autenticità digitale che servono per rendere unico un file, stabilendone così la proprietà. In questo modo, anche se un’opera creata on-line resta comunque riproducibile da tutti all’infinito, grazie agli NFT sarà sempre possibile risalire a quella originale, un po’ come se sopra ci fosse la firma dell’autore.
Tra gli artisti che hanno creato opere certificate da NFT, menzioniamo il caso del graphic designer Beeple, il primo a vendere all’asta la sua “Every Days: the first 5000 days” per ben circa 70 milioni di dollari. Tra gli italiani nominiamo Marco Lodola, che ha creato un NFT con i Beatles che attraversano Abbey Road, usando lo stesso stile luminoso che contraddistingue tutte le sue opere. Ed è di appena qualche mese fa anche un’operazione che ha coinvolto un’artista che conosciamo bene: JDL, street artist che ha partecipato alla seconda edizione di Super Walls, la Biennale di Street Art di Abano Terme e Padova. La giovane artista olandese, nel novembre 2021, ha venduto quattro sue opere per un valore di circa 2,9 milioni in criptovaluta, una cifra che corrisponde più o meno a circa 3 milioni di dollari.
Gli NFT rappresentano sicuramente una nuova frontiera per il mercato dell’arte, rendendolo più inclusivo. Se fino a pochi anni fa infatti gli artisti avevano pochi canali a disposizione per mostrare e vendere le loro opere, che si limitavano alle gallerie d’arte, le aste o le fiere di settore, oggi hanno molte più opportunità, perché possono usare anche i canali digitali. La fruizione di un’opera d’arte si sposta quindi dal mondo fisico e passa attraverso una nuova dimensione che è quella della digitalizzazione. Probabilmente siamo all’inizio di un modo innovativo di intendere pinacoteche, musei e gallerie.