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10 Scandali dell'Arte Contemporanea

L'arte contemporanea sfida costantemente le convenzioni, scuote le coscienze e fa discutere. Gli scandali che emergono da questo mondo raccontano una storia unica, riflettendo i limiti e le libertà dell'espressione artistica e spingendo il pubblico a riflettere sul significato stesso dell'arte. Nel corso del tempo, avvenimenti controversi hanno portato opere e artisti al centro dell'attenzione globale, lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte. Di seguito, esploriamo 10 dei più famosi scandali che hanno scosso il panorama artistico contemporaneo.

 

Gino De DominicisSeconda soluzione d’immortalità

La ventiseiesima sala della Biennale di Venezia del 1972 ospitava l’opera di De Dominicis. L’artista aveva posizionato in un angolo un ragazzo con sindrome di Down con al collo la scritta “Seconda soluzione d’immortalità (l’universo è immobile)”. 

Lo storico Giuseppe Garrera parlando dell’opera si è pronunciato dicendo"De Dominicis riproduce la volgarità, la presunzione e spesso l’ottusità di chi guarda. E questa è un’opera che rispecchia i pregiudizi del mondo".

Fu proprio quel mondo, infatti, a definire il ragazzo sulla sedia “mongoloide”, “minorato”, “subnormale”. L’eco mediatico della vicenda fu così suggestivo che la stessa famiglia del ragazzo, che aveva dato il permesso all’artista di realizzare l’opera, lo denunciò. 

 

Marina Abramovic, Rhythm 0

Era il 1974 quando la celebre performer Marina Abramović si spogliava di qualsiasi diritto alla Galleria Studio Morra di Napoli. L’artista aveva lasciato attorno a sé 72 oggetti e delle istruzioni in cui dichiarava l’oggetto della performance e di assumersi completamente la responsabilità di quello che stava facendo. La performance consisteva nel rimanere ferma, in silenzio e seminuda per sei ore lasciando che le persone utilizzassero il suo corpo e gli oggetti attorno a lei con libertà.


Inizialmente gli spettatori si limitarono a guardare ma pian piano presero confidenza con la situazione, tagliandole una ciocca di capelli, ferendola e arrivando a minacciarla con una rivoltella. La performance si trasformò in un’esperienza di estrema vulnerabilità, rivelando quanto l’essere umano possa spingersi oltre se non sottoposto a limiti. La Galleria dichiarò che il giorno successivo in molti chiamarono per scusarsi non riuscendo a comprendere cosa li avesse spinti a comportarsi in questo modo.

 

Jeff Koons, Made in Heaven

Negli anni ’90, Jeff Koons e la compagna Ilona Staller (meglio conosciuta come Cicciolina) scandalizzarono il mondo dell’arte con una serie di opere esplicite, Made in Heaven, con lo scopo di esaminare il ruolo della sessualità nella cultura visiva.

Koons ha impiegato lo stile fotografico creando l’estetica delle immagini “glamour”; confondendo i confini tra arte e pornografia. L'artista ha sfidato le convenzioni del gusto artistico, incoraggiando il suo pubblico a prendere le proprie decisioni su ciò che è accettabile e sui confini tra estetica e volgarità, dividendo l’opinione pubblica.

 

Paul McCarthy, The Garden

Era il 1991 quando Jeffrey Deitch inaugurava una mostra che sarebbe passata alla storia: post human, in cui venivano radunate le opere di 36 artisti. Quella di Paul McCarthy rimase in testa a molti; rappresentava un uomo in piedi che aveva un rapporto sessuale con un albero in un atto puramente meccanico e ripetitivo. 

L’opera sfidò il concetto di arte accettabile, obbligando il pubblico a confrontarsi con i propri limiti e tabù, e dimostrando che la provocazione può essere un mezzo potente per esprimere idee. Lo spettatore stesso si trovava in una situazione che lo faceva sentire male, in imbarazzo, un “guardone”.

 

Orlan, Successful Surgery

Fra il 1990 e il 1993 l'artista francese Orlan si sottopose a nove operazioni chirurgiche per modificare il suo corpo, una performance trasmessa in diretta internazionale sulla quale la stessa Orlan ha dichiarato:

"Fra il 1990 e il 1993 non mi sono sottoposta a nove operazioni. Ho organizzato, orchestrato e messo in scena in maniera completamente volontaria una serie di operazioni chirurgiche [...] perché volevo scolpirmi, costruire una nuova immagine attaccando le maschere dell’innato e mettendo in discussione le nozioni di bellezza. Ma non volevo – a differenza di quanto hanno riportato alcuni giornali molto popolari – prendere come riferimento figure quali Venere, Psiche, Monna Lisa, etc… Proprio perché intendevo criticare, smantellare, distruggere questi modelli. Non c’è motivo di nascondere le trasformazioni del corpo perché queste mostrano le decisioni che una donna può prendere con il suo corpo e sul suo corpo". 

Le operazioni furono trasmesse pubblicamente, sollevando domande su bellezza, identità e manipolazione del corpo. 

 

Petr Pavlensky, Seam

Pietr Pavlensky è famoso per le sue performance di protesta politica, spesso estreme e simboliche. Tra queste, spicca l'azione del 2012 in cui, per denunciare l'arresto delle Pussy Riot, accusate di teppismo per una performance contro il sostegno della Chiesa ortodossa a Putin, si cucì la bocca davanti alla cattedrale di Kazan a San Pietroburgo. Pavlensky mostrava inoltre un cartello che collegava la protesta della punk rock band al Vangelo. L'azione, ispirata all'artista David Wojnarowicz che nel 1989 usò lo stesso gesto in segno di protesta contro il disinteresse dell’amministrazione Reagan nel contrastare l’AIDS, evidenziava la censura in Russia, sottolineando la repressione artistica e il controllo politico che soffoca l'espressione pubblica: 

“Cucendomi la bocca, ho mostrato la situazione dell’artista contemporaneo in Russia, il quale vive in un ambiente in cui vige il divieto di pubblicità, l’inasprimento della censura e la soppressione delle dichiarazioni pubbliche nell’arte contemporanea”.

 

Oliviero Toscani, Sentenced to Death

Nel 2013, il fotografo italiano Oliviero Toscani, noto per le sue campagne provocatorie, volò negli Stati Uniti con il supporto di Benetton per realizzare una serie di scatti raffiguranti uomini condannati a morte. Il progetto, volto a sensibilizzare sul tema della pena capitale, mostrava i detenuti come esseri umani, al di là del loro status di condannati. Tuttavia, lo stato del Missouri intentò una causa contro Toscani per non aver dichiarato in anticipo i suoi scopi, considerandola una campagna di natura pubblicitaria. La controversia suscitò un ampio dibattito sulla giustizia, la comunicazione e l'etica pubblicitaria.

 

Banksy, Love is in the bin 

Il caso in cui l’opera d’arte di Banksy è diventata una performance, e sicuramente uno scandalo, è quello che coinvolse l'opera Girl with Baloon. Mentre questa veniva battuta all'asta nel 2018 per il valore di £1,042,000, l'artista sconvolse tutti innestando un meccanismo di autodistruzione, simile ad un tagliacarte, che ridusse la tela a brandelli, rendendo la protesta di Banksy contro il sistema dell’arte un momento unico ed irripetibile. La performance, che prese il nome di Love is in the bin (L'amore è nel cestino), fu un potente commento sulla mercificazione dell’arte, ricordando al pubblico che l’arte può e deve essere anche effimera. 

 

Maurizio Cattelan, Comedian

Nel 2019, l'artista padovano Maurizio Cattelan fece parlare nuovamente di sé con un gesto irriverente tipico del suo modus operandi. Presso l'Art Basel di Miami Beach, Cattelan espose Comedian, una banana appesa al muro con del nastro adesivo, venduta per una cifra sorprendente. L’opera scatenò polemiche e riflessioni sul valore attribuito all’arte contemporanea, facendo discutere il pubblico e il mercato. 

Un altro artista Datuna, un sabato mattina prese la banana e se la mangiò trasformando l’opera d’arte in una performance dal titolo Hungry Artist.

 

Andres Serrano, Piss Christ

Il fotografo statunitense Andres Serrano sconvolse il pubblico nel 1987 con la fotografia Piss Christche raffigura un piccolo crocifisso immerso in un contenitore di urina dell'artista. L'opera suscitò grande scandalo e proteste per il presunto atto di blasfemia, attirando critiche feroci da parte di gruppi religiosi e politici. L’artista, tuttavia, difese l’opera come una critica alla commercializzazione dei simboli religiosi, aprendo un dibattito sulla libertà artistica e sui limiti della provocazione nell'arte.
 
 
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