Julien Friedler è un artista poliedrico. Il pubblico italiano negli ultimi anni ha imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo per le tele dall’approccio espressionista del suo ultimo progetto, Mapping, da cui sono state tratte delle mostre personali molto interessanti (a Palermo e Villa Lagarina nel 2020, a Padova nel 2021).
Non tutti sanno, però, che in parallelo con la ricerca nell’ambito dell’arte figurativa, Friedler coltiva da anni un progetto multidisciplinare tramite l’associazione Spirit of Boz – Julien Friedler per l’arte contemporanea, un ente nato nel 2008 per promuovere il programma Be Boz Be Art, che comprendeva la realizzazione di tre opere simboliche (“Around the Boz in 80 anni”, “Il Libro di Boz” e “Il vagabondo celeste”) e che ancora oggi supporta tutti i progetti dell’artista belga.
Tra le declinazioni più interessanti del programma Be Boz Be Art c’è la La Forêt des Âmes/La Foresta delle anime. Si tratta di un’opera che viene costantemente alimentata dalle risposte che vengono date a un questionario che raccoglie alcune domande fondamentali per l’essere umano: Dio esiste? Come possiamo caratterizzare questa epoca? Come vede l’avvenire? Lei è felice? La sessualità è importante? Io chi sono?
Nel progetto di Friedler, le risposte raccolte, preziosamente conservate, costituiranno la sostanza stessa dell’opera. Infatti, tutti i questionari saranno racchiusi in casse che saranno poi impilate in colonne; ogni colonna materializza un albero. Dalla moltiplicazione degli alberi emergerà una foresta. Una foresta di anime. L’opera in questa foto (9 colonne) è la prefigurazione di questa foresta.
Le domande de La Forêt des Âmes/La foresta delle anime sono quesiti al centro di indagini esistenziali che costituiscono il motore dello sviluppo delle nostre culture. L’équipe di Spirit of Boz viaggia in tutto il mondo per distribuire e raccogliere i questionari che servono per costruire questa specialissima Foresta. Dal Togo all’Amazzonia, passando per gli Stati Uniti, l’Indonesia, il Ruanda, l’Argentina, il Belgio, il Tibet il questionario è già arrivato in tantissimi Paesi, toccando anche Roma nel 2018. Intrapresa nel 2006, questa avventura si presenta all’inverso della nostra concezione del tempo: lo svolgimento del Tour du Boz è previsto, infatti, in 80 anni.